II suo nome deriva quasi certamente da tedesco wermut, che significa assenzio, pianta erbacea amara e molto odorosa, Pochi sanno però che le prime notizie su questo elisir giungono dalla Toscana dove una ricetta del 1750 parla del ,vermut bianco di Prato, preparato per uso familiare. Tramandato in rare famiglie, solo da pochi anni questa bevanda si produce in un laboratorio artigianale nella zona di Tavola ed è tornata sulle tavole dei pratesi. Il vermut bianco di Prato ha colore giallo carico leggermente ambrato, sapore dolciastro con una nota di acido e un retrogusto amarognolo, odore moto intenso speziato e fruttato raggiunge quindici gradi alcolici.
Servito fresco è un eccellente aperitivo. Vale la pena di provarlo con formaggio erborinato non troppo sapido. A fine pasto si abbina a,la biscotteria e dà buon risultati anche su cioccolato.